Il diabete mellito è causato da difetti di secrezione e di azione dell’insulina che determinano elevati valori di glucosio nel sangue.

Sulla base della causa eziopatogenetica è possibile distinguere:

Diabete tipo 1: causato da distruzione su base autoimmune o idiopatica delle beta cellule, cellule del pancreas predisposte alla produzione dell’insulina, si caratterizza per una carenza insulinica assoluta. Si manifesta tipicamente durante l’infanzia e l’adolescenza o comunque durante l’età giovane adulta. Esistente una variante definita LADA (Latent autoimmune diabetes in adults) che ha decorso lento e compare nell’adulto.

Diabete tipo 2: è causato da un’ alterazione di funzione dell’insulina, l’insulino-resistenza, associata in varia misura a un deficit parziale di secrezione insulinica. È la forma più frequente di diabete e si manifesta tipicamente in età adulta. Negli ultimi anni a causa della diffusione di stili di vita che favoriscono lo sviluppo di obesità si riscontra non di rado anche nei bambini e negli adolescenti.

Diabete gestazionale: è causato da difetti funzionali analoghi a quelli del diabete tipo 2 ma viene diagnosticato per la prima volta durante la gravidanza. In genere regredisce dopo il parto e spesso può ripresentarsi a distanza di anni come diabete tipo 2.

Altri tipi di diabete:

  • MODY (maturity onset diabetes of the young): è una forma monogenica di diabete relativamente rara (1-2% dei casi di diabete), a trasmissione autosomica dominante, causato da una decina di difetti genetici che determinano con meccanismi differenti un’alterazione funzionale della beta-cellula pancreatica. Si caratterizza per età di insorgenza <25 anni, assenza di autoimmunità e di neseccità di terapia insulinica per almeno due anni dalla diagnosi.
  • Diabete secondario, legato a patologie pancreatiche esocrine, malattie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, glucagonoma), infezioni, farmaci (glucocorticoidi, immunosoppressori, farmaci per l’HIV).
  • Sindromi genetiche associate al diabete (Turner, Klineferter, Wolfram).

L’iperglicemia cronica del diabete non adeguatamente trattato, determinando alterazioni strutturali e funzionali di alcune proteine, può portare allo sviluppo di complicanze croniche quali retinopatia, nefropatia e neuropatia diabetica e le patologie cardiovascolari quali l’ictus, l’infarto miocardico e l’arteriopatia obliterante agli arti inferiori.

In alcuni casi si possono verificare anche delle complicanze acute, legate a uno grave scompenso glicemico, come la chetoacidosi diabetica e la sindrome iperglicemica iperosmolare.

Un corretto stile di vita, caratterizzato da una dieta equilibrata e dall’esercizio fisico, associato, quando necessario, a una terapia farmacologica personalizzata consente di ottimizzare il controllo glicometabolico e di prevenire le complicanze sia acute che croniche.

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