L’osteoporosi è una patologia cronica dello scheletro caratterizzata da diminuzione della massa ossea e da alterazioni qualitative del tessuto osseo che si traducono in un aumento del rischio di fratture.

Secondo gli ultimi dati, nel nostro paese 1 donna su 3 oltre i 50 anni (circa 5.000.000 di persone) e 1 maschio su 8 oltre i 60 anni (circa 1.000.000 di persone) sono affetti da questa patologia. Purtroppo, meno del 50% dei pazienti ad alto rischio di frattura è adeguatamente trattato.

Due sono le forme di osteoporosi: una “primitiva”, che colpisce le donne in post-menopausa o gli anziani, e una “secondaria”, che invece interessa soggetti di qualsiasi età, affetti da malattie croniche o in terapia con farmaci che, direttamente o indirettamente, influenzano negativamente la salute dell’osso.

Tra le malattie croniche associate a osteoporosi figurano alcune malattie endocrine (tra cui ipertiroidismo, iperprolattinemia, ipercortisolismo), le malattie sistemiche autoimmuni, le sindromi da malassorbimento e le malattie neuro-muscolari con ridotta performance motoria. Tra i farmaci quelli di impiego più diffuso sono i glucocorticoidi, gli inibitori dell’aromatasi, gli antidepressivi SSRI, gli inibitori di pompa protonica, gli anticonvulsionanti, gli antiretroviarli e i diuretici dell’ansa.

Una dieta ricca in calcio, una regolare e controllata esposizione al sole e l’attività fisica possono contribuire a mantenere la massa ossea, prevenire l’osteoporosi e ridurre il rischio di frattura.

In presenza di osteoporosi con elevato rischio fratturativo o già complicata da fratture è necessario un approccio farmacologico che tenga conto di eventuali comorbidità e della tollerabilità da parte del paziente.

Nel paziente con fratture vertebrali cliniche o fratture femorali, oltre alla terapia farmacologica, è necessario attuare un percorso terapeutico chirurgico e riabilitativo per il trattamento delle complicanze fratturative e dei suoi esiti neuromotori.

RICHIEDI UN APPUNTAMENTO